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Il mio diario online dove tratto con regolarità tematiche legate alla progettazione dell'esperienza utente, la strategia di concezione e realizzazione legate in particolar modo ad applicazioni web innovative (web 2.0 mia definizione)

13 settembre 2007

Esiste la concorrenza tra i grandi del web?

Nell'ultima settimana mi è capitato di fare in due contesti differenti la stessa discussione. In entrambi i casi mi è stata posta un'affermazione che non mi ha convinto: "il web rappresenta un mercato libero dove tanti grandi attori si fanno concorrenza indipendentemente l'uno dagli altri, ma è anche un' mercato dove ogni giorno nascono nuove iniziative che potrebbero attaccare i grandi del web".

Gli attori intorno alla discussione sono i soliti grandi nomi:
che di fatto si spartiscono il grosso degli utenti, dei servizi e del traffico "occidentale"... ma sono in concorrenza e possono essere attaccati in futuro da servizi nascenti più "innovativi"?

Partiamo da questi servizi come Linkedin, Joost, Plaxo, Meebo, ecc... che di fatto si distinguono come tante startup come servizi di successo, come quelli che sono stati poi comprati dalle grandi aziende soppraccitate.

Queste startup come la maggior parte di quelle che riescono ad essere portate al successo sono finanziate dai fondi venture che portando capitale ed esperienza manageriale ne spingono il successo. Di tutti i fondi d'investimento i due principali venture che finanziano progetti di servizi online sono index ventures (progetti finanziati) e sequoia capital (progetti finanziati), infatti tra le liste dei loro progetti ritrovate molti delle startup citate in precedenza.

Il punto che mi fa distaccare dalla visione di un mercato libero ed in concorrenza è che se andiamo ad aprire la scatola di questi due venture e guardiamo chi sono gli uomini nella board scopriamo che Index ha stretti rapporti sia con Google che con Yahoo! mentre sequoia è stata fondata dalle seguenti persone:

Steve Jobs, Apple Computer
Larry Ellison, Oracle
Bob Swanson, Linear Technology
Sandy Lerner and Len Bozack, Cisco Systems
Jerry Yang and David Filo, Yahoo!
Jen-Hsun Huang, NVIDIA
Dan Warmenhoven, Network Appliance
Michael Marks, Flextronics
Larry Page and Sergey Brin, Google
Chad Hurley and Steve Chen, YouTube

Secondo voi esiste dunque la concorrenza tra i grandi del web?
(mi piacerebbe veramente un' opinione da luca, nicola, stefano, alberto e antonio per avere una panoramica di visioni)

postato da Luca Mascaro Il mio stato su skype alle 16:08
10 Commenti Sphere: Related Content AddThis Social Bookmark Button

10 Commenti:

Alle giovedì, 13 settembre, 2007 , Blogger Luca Conti - Pandemia ha detto...

A mio avviso la concorrenza c'è e si vede.

Verifica la capitalizzazione di Yahoo! nel momento in cui Google si è quotato e controllala oggi.

Yahoo! è crollato, proprio per effetto della concorrenza e del successo di Google

 
Alle giovedì, 13 settembre, 2007 , Blogger Luca Mascaro ha detto...

Eheh ottima motivazione, però secondo me esiste una sorta di logica a "blocchi" dove si va a stabilire una maggiore o minore concorrenza/collaborazione... sulle startup però che mi dici? :)

 
Alle giovedì, 13 settembre, 2007 , Blogger leeander ha detto...

Il principale motivo per cui i boss delle grandi mettono a disposizioni i loro capitali nei fondi di venture è proprio CONTROLLARE IL MERCATO.

Il motivo secondario -e questo spiega perchè lo fanno a titolo privato- è che comunque i loro soldi da qualche parte devono pur metterli e se scoprissero qualcosa di davvero forte...

Ricordiamoci che -in fin dei conti- JOBS ha riconquistato Apple soprattutto grazie ai soldi fatti con Pixar.

 
Alle giovedì, 13 settembre, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Per dare una maggiore profondità al tuo discorso dovresti dare un'occhiata anche alle partecipazioni incrociate tra le aziende che hai citato e ai nomi dei singoli membri nel cda. Avrai delle sorprese...
ciao
z

 
Alle giovedì, 13 settembre, 2007 , Blogger Unknown ha detto...

Per comprendere meglio il fenomeno forse non c'è solo la volontà di alcune persone di differenziare gli investienti ma la volontà dei direttivi delle grandi companie.
Per intenderci è più preoccupante sapere che MS ha una partecipazione in Apple piuttostosapere che Jobs che abbia personalmente investito in più aziende.
Ritengo si anche utile anche indagare non sulle cose evidenti ( i nomi citati nel Post ) ma sulle relazioni latenti che, di fatto, sono più temebili.

 
Alle venerdì, 14 settembre, 2007 , Blogger Folletto ha detto...

Uhm le considerazioni son multiple. Credo che più che dove vanno a finire il soldi si dovrebbe vedere con che contratti finanziano. Io non li conosco, ma se citi questo come un problema, suppongo possano esserci delle clausole di "paternità", scusa il termine.

Perché altrimenti non vedo il problema: anche se a finanziare è X, comunque dopo se X vuole mantenersi competitivo deve comprare la startup che ha finanziato. Può farlo indipendentemente? Nel senso, potrebbe acquistare anche società finanziate dai suoi concorrenti diretti? Penso di si, ma non ho conferme.

Ma non essendo così esperto da questo punto di vista, mi fermo qui e passo ad un argomento secondario: una grossa società ha comunque bisogno di piccoli marchi, perché questi hanno più agilità, non hanno il peso e gli obblighi delle grandi 'mamme' e quindi sono più snelli.

Certo, lo scopo è sempre venire acquistati, alla fine, però significa anche:
1. dare a terzi possibilità di entrare in un mercato ed uscirne poi con onore. Non sarà concorrenziale, ma muove comunque le acque
2. dare alle 'mamme' possibilità di sperimentare ed innovare, cosa che non potrebbero fare per il peso del loro stesso marchio.

Su due piedi non mi viene in mente altro, ma ovviamente se poi qualcuno avesse le risposte ai dubbi di cui sopra, credo chiarirebbe per tutti la questione. :D

 
Alle venerdì, 14 settembre, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Questi investitori hanno un interesse diretto e/o indiretto nel finanziare queste startup: da una parte c'è chi lavora direttamente nel web come Google e Yahoo! che hanno interesse che vengano sviluppate innovazioni e continui a crescere interesse per la rete, interesse che poi possono monetizzare tramite la pubblicità; indirettamente invece per chi produce hardware, per chi rappresenta l'ossatura hardware della rete, ecc..

In sostanza che poi Google e Yahoo! facciano parte di entrambe le maggiori società di venture capital non è una cosa eclatante, in fondo scommettono una parte del loro capitale su possibili sviluppi e come dice Leandro per controllare meglio il loro campo d'azione.

Se una startup rischia di metterti i bastoni tra le ruote puoi acquisirla con due (!) soldi e ridurla al silenzio: fortunatamente ad esclusione dei siti che veicolano foto e video, c'è spazio anche per creare applicazioni web in grado di reggersi con pochissimi soldi, Blogbabel docet (che se fosse una startup americana avrebbe già racimolato milioni di dollari).

Ci penserò su..

 
Alle venerdì, 14 settembre, 2007 , Blogger Unknown ha detto...

bel tema. due cose, però: intanto non ho capito l'ultima frase "sequoia è stata fondata da...". intendi "funded" o "founded"? ben diverso

inoltre nella tua prima lista metti myspace, che invece toglierei e userei come dimostrazione che la concorrenza c'è eccome. news corp (mercato media "puro") non aveva una presenza in internet, ne aveva bisogno per sorreggere la crescita e ha investito in myspace, azzeccandoci e andando a rubare spazio (pubblicitario) agli altri

questo perché, nonostante esistano i "cartelli" anche lì (rif. commento di leandro e segg, non dimentichiamo che tra i soci apple c'è anche microsoft), il mercato americano è comunque aperto e competitivo

così come è competitiva la tecnologia, per definizione. è da sempre il campo degli innovatori. facebook, per esempio, continua la sua crescita, e sec me è anche in grado (ipoteticamente) di mettere in crisi myspace, o di costringerli a un rinnovamento

fare azienda, ancora più che start-up, laggiù è normale, con la logica che dalle tante idee qualsiasi prima o poi ne esce una dirompente - e quante ne abbiamo viste tra le start-up 2.0? secondo me parecchie...

 
Alle venerdì, 14 settembre, 2007 , Blogger Luca Mascaro ha detto...

Alberto erano tutti punti che mettevo sul piatto della discussione (che si stà rivelando interessante a mio vedere) poichè quando parli a manager che non fanno parte di questo settore l'impressione è quella che descrivevo e sui cui non potevo concordare completamente.

 
Alle giovedì, 20 settembre, 2007 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ora, se tu linkassi il mio blog giusto, magari non arriverei tardi nella discussione.

Mi pare sia stato già detto molto, in particolar modo da Leandro.

Aggiungo rapidamente e superficialmente che i Venture investono anche su aziende con modelli simili proprio per distribuire il rischio con diverse puntate.

 

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